La formazione alla cittadinanza digitale è stato il filo conduttore degli appuntamenti di Roberto Alborghetti, scrittore, giornalista e formatore, presso la Scuola secondaria 1° “Anna de Renzio” dell’IC “Cassano-De Renzio”, Bitonto (Bari), guidato dal DS prof. Saverio Pansini. L’esperienza ha visto la partecipazione delle Classi Seconde le quali, con l’attenta guida delle docenti, hanno colto dalle pagine del libro “(De)generazione digitale” (Roberto Alborghetti, Funtasy Editrice) una grande quantità di spunti, traducendoli in elaborati ed opere di grande creatività, che presentiamo in occasione del Safer Internet Day 2023 (7 Febbraio).
Ecco le recensioni sul libro a cura della Classe Seconda D.
RIFLESSIONI SU “(DE)GENERAZIONE DIGITALE” di Roberto Alborghetti
Capitolo 3°- Il rischio di dipendenza può manifestarsi soprattutto in coloro che hanno avuto il cellulare in età precoce. Sempre più pervasivi e persuasivi, i dispositivi digitali aprono “celle virtuali ”in cui sono alimentati disturbi e disagi che spesso si fatica a conoscere e ri-conoscere.
- Antonino, Classe 2a D
Questo capitolo è stato molto interessante, riguarda temi molto seri come la dipendenza da cellulare o la sindrome di hikikomori. In modo particolare mi ha colpito il paragrafo riguardante il sexting o la visione di video spinti. Infatti circa la metà dei minorenni guarda contenuti non adatti, questo mi disgusta, o pensare anche alla pedopornografia è abbastanza triste. Per quanto riguarda la sindrome da “hikikomori” questo argomento parla di solitudine, di isolamento e lo sento particolarmente vicino, perché tra gli adolescenti capita spesso di isolarci. L’utilizzo del cellulare o altri apparecchi digitali, da parte di bambini piccoli di età inferiore ad un anno, fa capire che ormai siamo ad un punto di non ritorno. Probabilmente nel prossimo futuro avremo generazioni di giovani e adulti e cammineranno per strada con il capo inclinato verso il basso e lo sguardo fisso sullo schermo del proprio Iphone.
- Ippolito I. Classe 2a D
La lettura di questo libro ci ha portato a riflettere su alcune tematiche, soprattutto quelle riguardanti la sindrome di Tourette, la sindrome dell’hikikomori e sulla pedopornografia così come il sexting. Penso che la presenza e l’uso di siti non idonei alla nostra età, possa farci cadere in quella ragnatela di pericoli presenti nella rete. Penso anche che i genitori dovrebbero tenere sotto controllo i cellulari dei propri figli, in particolare sin da piccoli e per tutta l’adolescenza perché l’uso inappropriato dello strumento e della ricerca di siti non adeguati alla loro età, mette il bambino e l’adolescente a rischio di dipendenza e di altri rischi come informazioni violente, immagini e video spinti, molestie on-linee furto di identità digitale. L’altro grave rischio è quello dell’isolamento che deriva dalla dipendenza da cellulare, portando quasi all’esaurimento e come letto nel libro al “chillamento” del cervello. Bisogna stoppare tutto ciò, oltre alla rete, fuori dalle quattro mura c’è un mondo reale, tutto da scoprire, bisogna imparare che anche solo uscire con un ristretto gruppo di amici per fare una passeggiata o per stare solo insieme scambiandosi idee, confrontandosi su svariati argomenti, può portare più benefici rispetto alla corsa esasperata ad un follower su Instagram, Tik Tok o Facebook.
- Cozzella M, Classe 2a D
Condivido pienamente quanto letto in questo libro scritto dall’autore Roberto Alborghetti. Proprio da queste tematiche bisogna ripartire per sconfiggere la dipendenza da cellulare e tornare a quelle vecchie e sane abitudini, quando per divertirsi si cercava di stare quanto più possibile con gli amici per parlare e condividere le proprie esperienze, conoscere se stessi in rapporto agli altri. Non ignoriamo queste sane abitudini e i consigli che ci vengono magari dai più anziani, dalle persone più mature che sono vicino a noi, facciamone tesoro prima che sia troppo tardi. Limitiamo l’uso della tecnologia solo a puri scopi di ricerca, di lavoro, anche di brevi curiosità e usiamola in maniera corretta secondo il proprio punto di vista. Riscopriamo il valore del dialogo, riscopriamo l’importanza di affrontare un discorso, di esprimere la propria idea e non essere vittima di ciò che distrugge se stessi, che distrugge l’anima, l’isolamento e la cosiddetta sindrome da hikikomori. Non ignoriamo i consigli degli adulti, di chi ha più esperienza, impariamo a non cadere nella ragnatela da cui sarà sempre più difficile venirne fuori. Facciamo attenzione a quello che cerchiamo sul web e facciamo un uso adeguato delle nostre capacità tecnologiche.